
Lavorano tanto, spesso troppo. Rispondono alle recensioni, ma solo quando hanno tempo. Si occupano di facebook, della newsletter e delle statistiche di Google Analytics.A volte hanno direttori per le loro strutture, ma spesso si sostituiscono a loro nel prendere decisioni operative, mandando in confusione tutto lo staff. Imparano ad usare il PMS ma poi si dimenticano come si utilizzano le funzionalità avanzate. Sanno i principi base del revenue management ma è troppo faticoso stare sempre sul pezzo, quindi non rispettano la strategia che hanno scelto loro stessi. E se è necessario, servono pure ai tavoli.
Ecco, la maggior parte degli albergatori che ho conosciuto, sia in hotel di 30 camere che di 200, hanno la tendenza a non riuscire a gestire l’enorme complessità di una struttura alberghiera, con tutte le sue implicazioni organizzative. Ma soprattutto tendono a confondere l’operatività con l’imprenditorialità. Talvolta, presi come sono dalle loro mille incombenze, confondono anche la loro vita stessa con il business. Non hanno capito che il loro obiettivo primario è lavorare sul loro business, piuttosto che dentro il business.
Ma facciamo una piccola premessa. Dal mio punto di vista, l’imprenditore non è una “persona”, ma una parte della personalità di ognuno. L’imprenditore è la parte visionaria, l’anima creativa insita in ognuno di noi. In una piccola o grande misura, tutti siamo nati con uno spirito imprenditoriale.
Con il tempo poi, ed a seconda delle personali inclinazioni, questo spirito imprenditoriale può essere stato sviluppato, nutrito, e diventato pertanto una delle nostre qualità. Oppure, al contrario, questo spirito potrebbe essere stato soffocato, privato del respiro e degli stimoli. Guardate le persone attorno a voi e riuscirete ad accorgervi se l’imprenditore è vivo e vegeto al loro interno. Il modo in cui vivono la loro vita ne è la dimostrazione.